Ci sono il Monte Fuji e il deserto namibiano, le catene montuose dell'Asia centrale e le chiese ortodosse in legno dei Carpazi, il verde del Lesotho e la porta del Sahara, la storica Agadez nel Niger, assieme all'Etna e alle Ville Medicee. Sono ventidue, le nuove iscrizioni alla lista del Patrimonio dell'Umanità, su 32 candidature valutate quest'anno. E' il responso della trentasettesima sessione del World Heritage Committee dell'ente delle Nazioni Unite, che si è tenuto in questi giorni in Cambogia, tra Pnomh Penh e la magica Angkor Wat, uno dei fiori all'occhiello della World Heritage List stessa. L'Italia torna a casa con un lusinghiero 100 per cento, 2 candidature accettate su 2: l'Etna l'altro ieri e le Ville Medicee di Firenze e dintorni oggi. Il 2012 a mani vuote è dimenticato. Con 49 iscrizioni (su 981), il Belpaese continua a guidare la classifica assoluta e tiene a distanza la Cina: l'inesorabile rimonta di Pechino - accade in tutti i possibili ranking dell'attività umana, dal Pil ai flussi turistici fino ai medaglieri olimpici, con i rispettivi padroni storici via via messi da parte dalla crescita del colosso asiatico - per ora è scongiurata. L'avversario resta a meno 4, a quota 45.
Tra le 22 novità, 19 lo sono in assoluto, mentre in 3 casi si tratta di estensioni: il Sehlabatebe National Park del Lesotho è morfologicamente una parte del sudafricano Drakensberg da cui il piccolo regno è di fatto circondato; la Mount Kenya Lewa Wildlife Conservancy è un'aggiunta al Mount Kenya Natural Park nel Paese africano omonimo; il sito delle miniere di sale di Bochnia e Wieliczka, in Polonia è l'integrazione del precedente, limitato alla sola città di Wieliczka. Per il Lesotho è la prima volta in assoluto: le altre due new entry sono la Namibia, con il suo incredibile deserto costiero, e le isole Fiji, non già per meriti paesaggistici ma per il suo primo porto coloniale, Lewuka. Curioso che anche l'unica nuova iscrizione del Nord-america anglosassone - con gli Stati Uniti a secco - sia un sito canadese del Labrador, che si distingue come "la più antica testimonianza della tradizione baleniera europea" e fu fondato da una comunità basca.
Tra i dominatori storici della classifica, fa un passo avanti la Germania, con il Bergpark Wilelmshöhe, un visionario "giardino" costruito su una montagna a sua immagine e somiglianza, da un signore locale, a Kassel, con tanto di statue dedicate a Ercole, cascate e fiumi artificiali che scendono da una montagna creando figure "artistiche". Al contrario, Francia, Stati Uniti, Spagna e Australia non smuovono i rispettivi "punteggi". Due nuove iscrizioni, miglior risutlato al pari di Italia e Cina, arrivano anche per Polonia e Ucraina, anche se per Varsavia si tratta di un'integrazione (il citato parco minerario) e di un sito condiviso, con l'Ucraina, appunto, quello delle splendide chiese ortodosse in legno dei Carpazi. Kiev, poi, incassa il "si" per la città greco-romano-bizantina di Chersonese Taurica, sul Mar Nero.
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