ROMA, 28 GIU - VALERIA PANICCIA, `PASSEGGIATE NEI PRATI DELL’ETERNITÀ (MURSIA). ´`Non ho fatto una mia ´Antologia di Spoon river’, lì sono i morti a parlare senza ipocrisie, nel mio libro invece ci sono i vivi che parlano della vita e della passione per la vita’’. Lo dice Valeria Paniccia a proposito del suo volume `Passeggiate nei prati dell’eternità, presentato al Teatro di Roma. Un viaggio attraverso alcuni dei maggiori cimiteri monumentali del mondo, dal Pere-Lachaise di Parigi al Monumentale Di Milano, dalle Porte Sante Di Firenze all’Acattolico Di Roma, proseguendo, fra gli altri con il San Michele In Isola Di Venezia l’Hollywood Forever Di Los Angeles, la Certosa Di Bologna il Novodevichy Di Mosca, il Monumentale Di Torino lo Staglieno Di Genova, fino al Verano Di Roma, ai Sepolcreti Zen Di Tokyo e a quelli napoletani.
Percorsi fra vite, ricordi, riflessioni, notizie, curiosità in cui per guidarla l’autrice si è scelta ogni volta dei ´Virgili’ d’eccezione come, fra gli altri, Massimo Cacciari, Margherita Hack, José Saramago, Giorgio Albertazzi, Franco Cordelli, Pupi Avati, Giovanni Sartori, Toni Servillo, Demetrio Volcic, Gabriele Muccino, Gabriele Lavia, Oreste De Fornari, Fiora Gandolfi Herrera. Racconti nati in origine per Extraterreni, serie televisiva prodotta da RaiSat Extra, scritta e condotta dalla Paniccia, diventata poi una lettura teatrale e fonte d’ispirazione per un’istallazione intitolata Erotico abbandono.
«Le guide sono tante, numerose, eccellenti - aggiunge la Paniccia - e lo hanno fatto gratis. Tutto questo progetto l’ho realizzato forse per addomesticarmi a una paura comune come quella della morte, e mi sono fatta accompagnare perché non ero all’altezza». Un cimitero, per lei è «come un labirinto in cui bisogna accettare di perdersi, solo così se ne scoprono i tesori», perché, come spiega nel libro «le lapidi sono porte, non muri».
Passeggiare fra i sepolcri «è un modo di confrontarsi con l’eternità - aggiunge Oreste De Fornari -. Quello di Valeria «è una sorta, a suo modo di Spoon river a livello globale, perché riesce ad affrontare tre grandi temi, il tabù della morte, il legame tra amore e morte e il rapporto con l’aldilà, il tutto impreziosito da documenti e suggestioni».
Pamela Villoresi, che durante l’incontro ha letto vari brani da Passeggiate nei prati dell’eternità ha trovato il libro «bellissimo. Io mi occupo di spiritualità per passione ma ho realizzato in questi giorni che ho uno scarsissimo rapporto con la morte. La penso come chi sosteneva che quando siamo vivi la morte non c’è e quando c’è lei non ci siamo noi».
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