martedì 25 giugno 2013

Scopri se sei intelligente: I 5 difetti

Poche sono le certezza della vita: il sole che sorge, la falsità di Barbara d’Urso e l’immortalità di Berlusconi. Ah, ed ovviamente il fatto che nessuno e perfetto. Tutti noi possediamo, infatti, una notevole serie di difetti e imperfezioni che spesso condizionano la qualità della nostra vita ed il modo in cui gli altri ci vedono. Ma – ecco un’altra certezza – non tutti i mali vengono per nuocere! Molte di quelle caratteristiche generalmente conosciute come “difetti”,  sono solo il contenitore di particolari ed apprezzabili qualità personali. Dovresti sapere che…

Dipendere da alcool e droga

Se sei il tipo di persona che ama Amsterdam, e non solo per le sue bellezze paesaggistiche ed i celebri monumenti questa notizia ti piacerà particolarmente: secondo uno studiopubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, più si è intelligenti in infanzia, più si è inclini, in età adulta, a consumare droghe leggere. La ricerca, durata 5 anni e condotta su 8000 volontari attraverso la tecnica dello screening, parlerebbe chiaro: gli uomini che, durante l’infanzia, presentano  alti quozienti intellettivi, hanno in età adulta il 50% di probabilità in più di sviluppare una dipendenza per le droghe leggere come cannabis o ecstasy. Fra le donne la percentuale sfiora addirittura l’84%. Ma non è tutto. Secondo un’altro studio, condotto dalla psicologa Jennifer Wiley presso l’Università dell’Illinois, la birra rende, almeno temporaneamente, più intelligenti e creativi. La scoperta è avvenuta sottoponendo 400 volontari ad alcuni quiz di logica e matematica. Risultato? Chi aveva da poco bevuto una birra, precedentemente offerta dagli stessi autori dello studio, risolveva il 40% dei quiz in più, con tempi inferiori (12 secondi a quiz, contro i 16 secondi dei colleghi sobri). “Piccole percentuali di alcool nel sangue stimolano il pensiero creativo – afferma la Wiley – e penalizzano, marginalmente, la memoria a breve e lungo termine. In sostanza un bilancio in positivo.“

Soffrire d’ansia

Brutta bestia l’ansia: palpitazioni, respiro pensante e paura. Ma, per chi ne soffre, oggi le notizie sono più che positive: secondo uno studio, condotto presso il Baylor College of Medicine, soffrire d’ansia sarebbe legato all’ ad una maggiore intelligenza. Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno osservato, attraverso una risonanza magnetica, 26 pazienti che soffrivano di forte ansia e 18 individui sani. ” I soggetti che soffrivano di ansia generalizzata presentavano una maggior concentrazione di colina (componente chimico celebrale strettamente collegato all’intelligenza n.d.r.) nella materia bianca cerebrale – afferma Jeremy Coplan, uno degli autori dello studio – L’ansia, inoltre, induce le persone a non correre rischi. Colui che soffre d’ansia, infatti,  finisce in molti casi ad avere un tasso di sopravvivenza più alto a tutto vantaggio della specie”.

Nascere per primi

Essere fratelli maggiori è una vera rottura di scatole: si cresce col peso di dover dare un esempio, spianando la strada ai propri fratelli e/o sorelle per le piccole conquiste personali. Senza considerare che, in seguito alla loro nascita, dovrai dividere proporzionalmente il valore dell’eredità a te spettante. Una piccola rivincita per i “maggiori” arriva oggi dall’Università di Oslo: secondo una ricerca condotta dal professor Peter Kristensen (tra l’altro secondogenito), i fratelli maggiori sono più intelligenti. Pergiungere a questa conclusione i ricercatori hanno analizzato i test di intelligenza condotti su un campione di 250mila soggetti tra i 18 e i 20 anni. Risultato? I valori dei loro Q.I. diminuivano con il diminuire dell’ordine di nascita: i primogeniti avevano in media un grado di intelligenza di 2,3 punti maggiore rispetto ai loro fratelli minori. Osservate…
Il grafico evidenzia come i valori del Q. I. decrescano con l’ordine di nascita (vedi puntini neri); tuttavia se il secondogenito perde il fratello maggiore (punto azzurro), il suo Q. I. è più alto. Se un terzogenito perde i suoi 2 fratelli maggiori, il suo Q.I. arriva addirittura a superare il livello di un primogenito (puntino fucsia). Ma per quale motivo i minori risultano intellettualmente meno brillanti? “La differenza intellettuale è giustificata dall’ordine educativo scelto dai genitori – afferma Kristensen – che, complice l’ansia e l’inesperienza, privilegiano l’struzione e la disciplina dei figli primogeniti.“

Avere un brutto carattere


Se leggi con attenzione questo punto, molto probabilmente passi alla storia come una persona calma e paziente. Ti innervosisci per poco ed altrettanto facilmente borbotti frasi, spesso, indicibili. Bene, è ora che tu sappia che un carattere brutto e scontroso è sinonimo di intelligenza. Questo è quanto afferma una ricerca condotta – nientepocodimenoche – dalla Harvard University.  Lo studio ha esaminato gli atteggiamenti di gruppo di scimmie bonobo e di scimpanzè, animali con caratteristiche sociali del tutto simili a quelle degli esseri umani. Il risultato? Gli esemplari più irascibili e sgarbati sono risultati essere anche i più intelligenti ed evoluti. Più precisamente, i soggetti dotati di una maggiore intelligenza ed abilità nel problem solving, posseggono almeno due delle seguenti caratteristiche


 Irascibilità, scarsa pazienza
 Intollerenza verso chi è meno sveglio
 Costante malumore e scontrosità
“I risultati lo confermano, essere brontoloni, irascibili e scostanti è sinonimo di intelligenza – afferma John Kotter, co-autore dello studio – Al contrario essere disponibili, sempre allegri e gentili indicherebbe persone con caratteri meno incisivi e quindi più semplici, ingenui e meno arguti.“

Essere grassi

Si dice spesso che più una donna è rotonda, tanto più è abile a cucinare, a mandare avanti la casa e a crescere i figli. Un recente studio, condotto presso le Università di Pittsburgh e Santa Barbara, ha tuttavia evidenziato anche loro capacità intellettive. A quanto pare le “grasse” sono migliori delle magre. La ricerca ha preso in considerazione un campione di 16mila donne e ragazze.Il risultato? Le donne  aventi un maggior distacco fra la misura dei fianchi e quella della vita hanno raggiunto punteggi molto più alti nei test d’intelligenza. Il rapporto ideale tra la circonferenza dei fianchi e quella della vita è compreso tra 0,6 e 0,7. Quindi la vita dovrebbe essere necessariamente più stretta dei fianchi. Secondo gli scienziati le donne “curvy” produrrebbero una maggior quantità di Omega3 (gli acidi grassi che rivestono il grasso situato sui fianchi e le cosce femminili). “Le donne procaci non sono solo migliori a crescere i figli, cucinare e a fare i lavori domestici – ha detto l’esperta Johan Koock al Sunday Times – ma sono anche dotate di fine intelletto“.

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