mercoledì 26 giugno 2013

Cozze allevate vicino alle fogne: sequestrate 300 tonnellate

I due impianti di allevamento si trovano a Napoli vicino Nisida e a ridosso di Castel dell’Ovo. Le analisi dell’acqua hanno accertato la presenza di piombo, rame e germi patogeni





Molluschi allevati a poca distanza da fonti di inquinamento. È la causa che ha spinto la capitaneria di porto, su richiesta della procura partenopea, a sequestrare due impianti di allevamento di mitili e 300 tonnellate di alimenti. I due impianti si trovano a Nisida, nella zona di Punta Cavallo, e a ridosso di Castel dell’Ovo.

I DUE IMPIANTI – Presso l’impianto di Punta Cavallo, gestito dalla C. Salvatore di Nisida, è stato accertato che le cozze venivano allevate a una distanza inferiore ai 500 metri dagli scarichi fognari di Posillipo e del carcere minorile di Nisida. Nel secondo caso i due specchi d’acqua dati in concessione alla Cooperativa Ormeggiatori Luciani di Napoli Santa Lucia sono risultati dislocati a poca distanza da cinque foci di scarico fognario urbano dell’area di Santa Lucia. A quest’ultima cooperativa è stato contestato anche l’occupazione abusiva di quasi 23.000 mq di spazio demaniale marino.

PIOMBO, RAME E GERMI – Dalle analisi effettuate sull’acqua sono emerse un’alta presenza di piombo e rame ed un’elevata concentrazione di germi patogeni, in particolare enterococchi ed escherichiacoli che, filtrati dai molluschi, restano al loro interno alterandone le qualità e rendendoli pericolosi per la salute.

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